Cassazione: enti e reati ambientali

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La nuova pronuncia sul concetto di interesse e vantaggio dell’ente in campo di responsabilità amministrativa degli enti e reati ambientali

La protezione del nostro Pianeta è una delle principali priorità livello mondiale. Enti e reati ambientali, come si è pronunciata la Cassazione?

Nel corso degli anni l’Italia ha aumentato il controllo e le sanzioni per tutti coloro che commettono reati ambientali, causando gravi danni o pericoli per l’ambiente stesso e per la salute .

I reati ambientali più diffusi, previsti dal Testo Unico dell’Ambiente (D.Lgs 152/2006), sono:

  • emissione o scarico illegale di sostanze nell’aria, acqua o suolo
  • trasporto o scarico illegale di rifiuti
  • commercio illegale di sostanze che riducono lo strato di ozono

Le condotte illecite possono comportare sanzioni non solo per le persone fisiche responsabili delle violazioni ma anche per società, aziende o imprese che hanno ottenuto un vantaggio dalla commissione del reato.

La legge sulla responsabilità amministrativa degli enti (D.Lgs 231/2001) punisce in maniera molto severa ogni trasgressione del Testo Unico dell’Ambiente.

Per questo motivo è fondamentale l’adozione di un Modello Organizzativo per evitare la commissione di questi particolari reati.

La pronuncia della Cassazione: interesse e vantaggio dell’ente

La Corte di Cassazione ha affrontato spesso il tema dell’interesse o vantaggio per l’ente in materia di reati ambientali 231.

La sentenza n. 21034 del 30 maggio 2022 ha confermato la condanna per una società responsabile dell’illecito di “Scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose” previsto dall’art. 137 del Testo Unico Ambientale.

Per saperne di più, leggi i nostri precedenti articoli.

L’azienda, in un’unica circostanza, si era infatti liberata delle proprie acque reflue, contenenti sostanze pericolose prevenienti dal proprio ciclo produttivo, disperdendole nell’ambiente.

Nonostante l’occasionalità della condotta da parte dell’ente, la Suprema Corte ha ritenuto evidente l’indebito vantaggio percepito dalla società, per non aver raccolto e smaltito i propri rifiuti secondo la normativa vigente, ottenendo in tal modo un risparmio dei costi.

Questa circostanza, unita all’assenza di un Modello di organizzazione, gestione e controllo, ha quindi portato ad una pensante sanzione economica per la azienda, a causa di una gestione imprenditoriale ritenuta totalmente inadeguata.

La Cassazione ha inoltre stabilito come una condotta illecita, seppur occasionale, possa rappresentare il requisito dell’interesse o dell’indebito vantaggio per l’ente quando è il risultato di scelte organizzative censurabili.

È quindi possibile sanzionare, ai sensi della D.Lgs 231/2001, la politica aziendale di una società anche a prescindere da un effettivo risparmio delle spese connesse ai costi di gestione derivanti da condotte contrarie alla legge.

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